Il ricircolo dei gas esausti (nell'ambito dei motori a combustione interna alternativi) consiste nel mettere in ricircolo un "piccola" parte (5-15 %) dei gas di scarico facendoli passare dal collettore di scarico al collettore di aspirazione. Questo è permesso da una apposita elettrovalvola, l'EGR (Exhaust gas recirculation) che viene comandata dalla centralina del motore tramite un segnale PWM (modulazione di larghezza di impulso) consentendo la regolazione della quantità di gas che vengono messi in ricircolo. Assieme ai gas di scarico il circuito preleva anche i gas provenienti dal carter dovuti al filtraggio attraverso le fasce elastiche.
Metodo di ricircolo
Nei motori Diesel per ottenere questo ricircolo dei gas esausti, durante la fase terminale dello scarico e la fase iniziale dell'aspirazione si utilizza la valvola EGR che apre il condotto che collega il collettore dei gas di scarico con il collettore dei gas di aspirazione, che non lavora da sola, ma viene aiutata da un'apposita centralina che parzializza la valvola EGR per limitare l'ingresso dei gas provenienti dal filtro dell'aria e quindi aiutare i gas di scarico a prenderne il posto. Nei motori benzina il metodi di ricircolo è praticamente il medesimo.
Motivo del loro ricircolo
Serve a diminuire la quantità di miscela utile (al fine della combustione e della potenza erogata) e quindi ad abbassare le temperature massime del ciclo (i gas combusti sono inerti, e quindi non contribuiscono alla combustione) al fine di ridurre le emissioni di ossidi di azoto. Anche se oggi le valvole EGR sono installate anche sui motori benzina, esse sono nate per risolvere le elevate emissioni di NOx dei motori diesel, i quali, a causa del loro elevato rapporto di compressione e della elevata temperatura di combustione, presentano questo problema. Infatti L'azoto è considerato un gas inerte a temperatura ambiente, ma alle altissime pressioni e temperature raggiunte nella camera di combustione si vengono a formare i NOx: questi gas, propriamente detti ossidi di azoto, sono una fonte di inquinamento da ridurre per rientrare nelle regolamentazioni Euro I, II, III e IV.